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Gianluca Ferraris

Il circo del pallone non è sempre un’oasi felice e dorata. Non è soltanto il palcoscenico di grandi eventi, leggendari trionfi e memorabili sconfitte. Spesso inquietanti ombre avvolgono il calcio italiano e non solo: quelle della criminalità organizzata. Calcioscommesse. Ricatti. Estorsioni. Partite truccate. Riciclaggio di denaro sporco. Traffico di droga.  Da camorra e ‘ndrangheta alle Triadi cinesi, dai narcos colombiani alla gang di Singapore capace di falsare persino un mondiale, quello del 2006 vinto proprio dagli azzurri. Calcio e malavita hanno in comune la capacità di attrazione, i soldi, tanti, e l’omertà, ancora più grande. Ecco cosa succede quando le loro strade si incrociano. Un racconto documentato e scioccante, ricco di testimonianze inedite, dal quale emergono l’immagine di un calcio quasi completamente privo di anticorpi e quella di una criminalità spregiudicata e, come sempre, bravissima a ritagliarsi sfere di influenza e di potere economico. 

Gianluca Ferraris, classe 1976, è genovese di nascita e milanese d’adozione. Giornalista, si è occupato a lungo di cronaca e ha pubblicato sia saggi che romanzi, oltre a partecipare a diverse antologie. Ha scritto due libri sul calcioscommesse che gli sono valsi la menzione speciale della Federcalcio al premio Ghirelli nel 2012. Negli ultimi anni si è dedicato alla fiction con una trilogia noir (A Milano nessuno è innocente, 2015; Piombo su Milano, 2016; Shaboo, 2017) che sarà presto disponibile in audiolibro su Storytel.

Pallone criminale

Novembre 2010: qualcuno tenta di avvelenare i calciatori di una squadra di serie C. È l'inizio di un'indagine che porterà tre procure a indagare su quasi 150 tesserati e 100 partite truccate. A 30 anni esatti dal primo scandalo calcioscommesse, una nuova bufera travolge il calcio mettendo a rischio i campionati di serie A, B e C. E scoperchiando un franchising criminale planetario. Abbiamo trovato e intervistato Marco Paoloni, l'uomo da cui tutto è iniziato, ancora in attesa di sentenza.

Arsenico e vecchi campioni

L'incredibile storia dell'imprenditore cinese che ubriacò un paesino campano con il sogno della serie A prima di darsi alla fuga e ricomparire, tre anni dopo, in mezzo alla Brianza con lo stesso folle progetto. Una spy story che corre tra Gigi D'Alessio, centri commerciali, assegni a vuoto e grandi intese fra Triadi e criminalità italiana.

Che fine ha fatto il signor Song?

Davvero gli azzurri hanno perso lo scudetto del 1988 per volontà della camorra? Cosa legava Diego Armando Maradona e gli altri senatori dello spogliatoio ai clan più potenti della città? Chi ha rubato il pallone d'oro dal caveau di una banca? Perché ancora oggi le strade della malavita e quelle dei calciatori si incrociano così spesso? Qual è il ruolo degli ultras? In questa puntata tutte le risposte, anche le più scomode.

Le mani sul Napoli

Cosa hanno in comune Pablo Escobar, il Chapo Guzman e gli uomini del cartello di Cali? Sono narcotrafficanti, naturalmente. Ma sono stati tutti anche grandi tifosi di calcio. Ed è almeno in parte merito del pallone se la loro popolarità e la loro ricchezza sono cresciute per anni, insieme ai trionfi delle loro squadre. L'epopea del calcio colombiano e messicano si spiega così. Ma c'è spazio anche per l'Italia, e per un patto a base di cocaina fra ultrà dell'Inter, neofascisti e 'ndrangheta.

Il giocattolo dei narcos

17 settembre 2013: la polizia di Singapore sgomina la gang internazionale che negli anni precedenti ha manovrato, corrotto e minacciato arbitri e giocatori per fissare i risultati di centinaia di partite di calcio in tutto il mondo, dalla serie A italiana al Ghana, dalla Finlandia al Guatemala, dal Vietnam al mondiale 2006 vinto proprio dagli azzurri. Al vertice dell'organizzazione c'è Tan , un cattivo da film di James Bond, capace di condizionare un match di Serie A con un semplice colpo di telefono. L'ascesa di Tan è irresistibile e il suo nusiness sembra inattaccabile. Fino a quando il suo braccio destro non decide di collaborare con la polizia.

La gang di Singapore

Dal tentativo dei Casalesi di acquistare la Lazio ai latitanti di mafia omaggiati dopo un gol. Da Raffaele Cutolo «galantuomo e primo tifoso dell'Avellino» alle ingerenze dei boss sui settori giovanili in Puglia. Dall'inchiesta del 2017 su 'ndrangheta e Juventus alla lista dell'Antimafia che censisce 6 club dilettantistici direttamente controllati dalla criminalità organizzata e altri trenta sotto scacco occulto grazie a sponsorizzazioni fittizie e prestanome. A Sud ma non solo la criminalità fa cappotto con il calcio, soprattutto nelle serie inferiori. E la ragione è sempre la

Arsenico e vecchi campioni

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