Da bambino credeva di avere un paio d’ali. Inspirava, tratteneva nei polmoni quanta più aria potesse e agitava le braccia, imitando gli uccelli. A 22 anni si era iscritto a una scuola di volo, e l’anno dopo raggiunse il primato sollevandosi di 3909 metri da terra. Gli capitò di precipitare due volte, nonostante avesse con sé delle uova sode: era convinto che rafforzassero le ali. Nel 1915, durante la prigionia in campo tedesco, Garros tenne un diario nel quale parlava di ali torte e di incubi. Se il campo e il torneo di Parigi portano il suo nome è perché, dieci anni dopo la sua morte, così volle il presidente dello stadio, Emile Lesieur. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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