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Divertire e divertirsi era il talento di Beppe Viola. Con questo libro, fatto di testi dimenticati o dispersi («fogli, foglietti, appunti… più un tot di pezzi strepitosi, distribuiti a chi capiva la stoffa e a chi no», racconta Giorgio Terruzzi), veniamo catapultati nel laboratorio Viola in tutta la sua più irriverente sardonicità, lì dove è concentrato il suo istinto creativo, fatto di sorpresa, stupore, spiazzamento. Naturalmente, si parla di calcio: Milan, Inter, doping, arbitri, moviola, presidenti, tifosi, ma anche di rugby, amicizia, cavalli, donne; poi ci sono interviste mai realizzate, una serie di «quelli che» tagliati dalla canzone, progetti per altre canzoni, spot pubblicitari e trasmissioni radiofoniche. Sono pezzi che possono essere letti anche come una biografia in filigrana dell'ultimo Viola, segnata dalla creazione dell'agenzia giornalistica Magazine, altrimenti detta Marchettificio: «La scelta dei collaboratori – scrive Viola a Franco Carraro, presidente del Coni – viene fatta soltanto ed esclusivamente sulla base della mia simpatia personale. In tanti anni di marciapiede sappiamo perfettamente quali sono i giornalisti bravi, quelli modesti, chi becca la stecca e chi lavora seriamente e con competenza». Quella Milano e quell'Italia vengono spietatamente scansionate dal suo occhio vigile e malinconico, e filtrate da un «lessico famigliare» che è ormai diventato patrimonio nazionale. Accompagnano la raccolta le testimonianze inedite della figlia Marina Viola, autrice di Mio padre era anche Beppe Viola (Feltrinelli 2013), di Giorgio Terruzzi, noto commentatore sportivo e scrittore, nonché allievo e grande amico di Beppe Viola, e di Marco Pastonesi, anche lui noto giornalista sportivo e scrittore, che ai tempi lavorava per «Vogue», il giornale «per abbronzati a novembre».
Con scritti di Marco Pastonesi, Giorgio Terruzzi e Marina Viola
© 2017 Quodlibet (E-bog): 9788822909046
Release date
E-bog: 5. oktober 2017
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