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Harold Bloom sosteneva che Shakespeare avesse inventato l'essere umano. Noi non abbiamo gli strumenti per poter confermare questa affermazione. Di sicuro, però, sappiamo che Shakespeare ha aiutato Andrea Pennacchi, e altre e altri come lui, a conoscere meglio l'umanità. Il corpus shakespeariano è una mappa delle relazioni umane di pronto utilizzo, a patto di continuare a lavorarci sopra, come meccanici, come giardinieri, di non considerarlo mai un testo sacro immobile e inamovibile, la cui interpretazione va affidata a pochi sacerdoti, ma una matrice vivente, un menabò, una lente con cui leggere la contemporaneità. Uno strumento a disposizione di chiunque. In questo libro, Pennacchi ci racconta come Shakespeare, le sue opere e i suoi personaggi gli abbiano cambiato la vita, perché «le storie che racconti modificano il mondo (una persona alla volta)».
«Io oggi, sul palcoscenico, che è uno spazio chiuso di sofferenza, come un ring o un tatami, mi sento al sicuro. È una lotta, stare sul palco, contro la paura, contro il pubblico, contro te stesso. Prima di salirci ti si attiva il fight or flight response, è vero, ci hanno fatto ricerche neurologiche, persino. Ma io ci sto bene. L'odio, la rabbia e la paura si attenuano, sono inversamente proporzionali alla fatica e all'intensità della lotta. Ci sto bene, ormai. [...] Io e William ci meniamo ma non c'è odio, anzi tra noi c'è un legame profondo, inspiegabile a chi non lotta: assieme proviamo a dare senso al mondo. Io mi sento al sicuro, qui.»
© 2022 People (E-bog): 9791259791276
Release date
E-bog: 26. oktober 2022
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