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Poiché non aveva bisogno di nulla, poté tutto. Dorothy Wellesley è l'airone della poesia inglese: raffinata, elegantissima, capace di ineffabili crudeltà. Aveva sposato un lord, duca di Wellington, per mollarlo dopo otto anni di matrimonio – e due figli – e stare, in pace, con la sua amante, Vita Sackville-West. Giocava a fare la socialista, amava l'archeologia e i ruderi neolitici. W.B. Yeats fu folgorato dalla sua poesia, che reputava audace, inaudita, spaventosamente spiazzante: nella "Oxford Book of Modern Verse" da lui curata – summa della poesia inglese – Dorothy occupa più pagine di T.S. Eliot. Non voleva essere canonizzata, non gareggiava con i contemporanei: ciò le consentì una poesia che sconcerta per temi e ritmi, autoritaria perché senza maestri. Nei suoi versi parla di Lenin e dell'homo sapiens, di eclissi lunari e di adulteri, di serpenti ancestrali. Nel 1928 pubblicò per la Hogarth Press di Virginia Woolf – che la temeva – "Matrix", poemetto implacabile che parla della vita e della morte, del feto e del fato. Forse i fratelli Wachowski si sono ispirati a questo libro per il loro omonimo film. Di certo, Dorothy, "occhi blu e spirito selvaggio", è più letale di Neo.
© 2023 Magog (E-bog): 9791281018327
Release date
E-bog: 27. november 2023
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