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Fakta
Dopo gli iniziali interessi letterari, il giurista siciliano Giorgio Arcoleo (1850-1914) si dedicò agli studi di diritto pubblico a partire dalla metà degli anni Settanta del XIX secolo. Il decennio successivo sarebbe stato caratterizzato dal progressivo affermarsi anche in Italia, ad opera soprattutto di Vittorio Emanuele Orlando, del "metodo giuridico" nella scienza del diritto pubblico, teso a depurare la riflessione dei giuristi sullo Stato da commistioni di natura storico-politica. Giorgio Arcoleo fu tra quei giuristi – destinati a rimanere una minoranza – che si opposero a questa tendenza, nella convinzione che essa ostacolasse un'interpretazione dello Statuto come documento volto ad ampliare le libertà politiche e civili. Il costante riferimento al modello britannico e il rifiuto di quello "prussiano" rappresentarono i fondamenti teorici del tentativo di Arcoleo di ridurre per quanto possibile la discrezionalità della pubblica amministrazione, sottoponendola al diritto comune. Il libro contiene scritti e interventi di Arcoleo, dai quali emerge il suo atteggiamento critico nei confronti della decretazione d'urgenza, lesiva delle garanzie statutarie di fine Ottocento, e avverso a una politica scopertamente reazionaria che non riusciva a fronteggiare il malcontento popolare se non nei termini di una semplice quanto brutale repressione. Il volume è completato da un saggio introduttivo di Luca Tedesco.
© 2017 IBL Libri (E-bog): 9788864403212
Release date
E-bog: 7. september 2017
Dansk
Danmark